"Il nuoto è stata la prima lingua che ho avuto a disposizione per
interpretare la vita. L'acqua mi ha dato la possibilità di crescere, mi
ha insegnato ad ascoltare il mio corpo, sentirlo scivolare e prendere
velocità, muoversi in un mondo in cui la gravità è impercettibile,
perché è l'acqua che comanda, che sia un mare, un lago, un fiume, una
piscina." Ex promessa del nuoto giovanile, dopo una virata sbagliata la
vita di Raoul Bova prende una direzione completamente diversa, quella
cinematografica, a cominciare dal primo film dedicato ai fratelli
Abbagnale a cui ne seguiranno molti altri. Eppure, quegli anni passati
in piscina, le lunghe ore di allenamento, l'euforia delle prime
vittorie, costituiscono un universo di riferimento che si rivelerà
fondamentale anche per affrontare le sfide fuori dall'acqua. Inizia così
il percorso di Raoul Bova per ritrovare tutte quelle regole apprese da
bambino e riscoperte anche attraverso gli incontri con grandi campioni
come Filippo Magnini, Massimiliano Rosolino, Emiliano Brembilla da lui
coinvolti per vincere un record e realizzare la promessa fatta molti
anni prima al padre. "Il mondo del nuoto è stato un serbatoio fantastico
di lezioni di vita. Alcune le ho capite allora. Altre sono diventate
più chiare col tempo" scrive l'autore. Il risultato è la storia corale
di una grande famiglia del Sud (anche se in casa era vietato parlare in
dialetto), di un ragazzino che ce la mette tutta, di un padre e di un
cronometro che improvvisamente ritorna nella vita del protagonista per
rivelare che c'è sempre tempo per fare ancora una gara.