Londra, 1870. La capitale inglese ribolle di scontento e sedizione. Sono
passati trentatré anni da quando Victoria è salita al trono, nel
tripudio popolare, il 20 giugno 1837: una diciottenne non bella, così
piccola e rotondetta, gli occhi blu un po' sporgenti, ma vivace,
intelligente e con modi accattivanti. E soprattutto, un temperamento
volitivo. Le doti che, insieme al sostegno dell'adorato marito Albert,
ne hanno fatto a lungo una sovrana ammirata. Chi la riconoscerebbe oggi
nella tozza dama infagottata negli abiti neri del lutto, che dalla morte
di Albert vive ritirata sull'isola di Wight o in Scozia, e si rifiuta
ostinatamente di mostrarsi al suo popolo e di presenziare alle cerimonie
nella capitale? Così, mentre il figlio ed erede Bertie consuma le notti
al tavolo del baccarat o nel letto della demi-mondaine di turno, il
prestigio della Corona affonda e il trono vacilla sotto i colpi dei
repubblicani. Sarà questo l'epilogo di un regno iniziato magnificamente?