«D'un tratto lo sento, chiarissimo, prendo coscienza. Sotto gli occhi
degli ottantamila, sono testimone del mio addio. Marco van Basten, il
calciatore, non esiste più. State guardando uno che non è più. State
applaudendo un fantasma. Corro e batto le mani, ma già non ci sono più.
Oggi sono morto come calciatore. Sono qui, ospite al mio funerale». A
San Siro, in una triste sera d'estate del 1995, Marco van Basten disse
addio al calciatore che era stato, dopo aver lottato invano contro le
sue caviglie di cristallo. Per tutti, non solo per lui, fu l'addio alla
bellezza, alla perfezione, alla determinazione, alla vittoria come cifra
stilistica. «E a un certo punto tutto s'interrompe, e tu ti senti
malissimo. Non puoi credere che una cosa del genere sia capitata a te».
Quell'addio arrivò all'improvviso e lasciò tutti con la tristezza nel
cuore e migliaia di domande che nessuno ebbe la forza di fargli.
"Fragile" è l'autobiografia che risponde a tutte le curiosità degli
appassionati di sport, e delle sfumature umane che colorano le imprese
sportive. In queste pagine, scritte con il suo piglio da centravanti
infallibile, Van Basten ripercorre la sua vita e la sua carriera, prima,
dopo e durante il grande buio che si è impossessato del suo corpo
salendo implacabile dalle caviglie. L'infanzia a Utrecht con un padre
allenatore-tifoso, il passaggio del testimone con Cruijff, il Milan
degli Invincibili, il gol più bello del mondo con la Nazionale olandese
(«con una caviglia sana non avrei mai calciato in quel modo»),
l'operazione galeotta, il recupero impossibile, le notti a carponi per
conquistare il bagno e la battaglia esistenziale per recuperare una
normalità dopo essere stato eccezionale.