«La vita privata di uno scrittore è pettegolezzo; e i pettegolezzi,
chiunque riguardino, mi offendono»: così Elsa Morante in un'intervista
concessa a Enzo Siciliano nel 1972. Una lapidaria affermazione, che René
de Ceccatty non manca di citare nelle pagine di questo libro per
mostrare quanto sia arduo il compito del biografo se ha come oggetto la
vita di una scrittrice che, come scrive Sandra Petrignani
nell'introduzione, «ha più di una volta depistato i curiosi, mescolando
le acque su fatti e date della propria esistenza». Ogni esperienza
vissuta è, com'è noto, ben poca cosa rispetto alle ambizioni della
letteratura, che non possono essere mai ricondotte ai meri fatti di
un'esistenza. Tuttavia, se la biografia è anch'essa un genere
letterario, illuminare l'esistenza di uno scrittore non ha nulla a che
fare con il pettegolezzo, ma con quel punto oscuro tra la vita e la
forza dell'immaginazione che è il luogo proprio della letteratura. È
quanto fa René de Ceccatty in questo libro quando, senza alcun timore,
si avventura nell'infanzia di Elsa Morante per descrivere il suo
ambivalente rapporto con la madre e quello complicato con i due padri, i
fratelli e la sorella. Un'incursione che serve a svelare da quale zona
d'ombra sorgerà poi una scrittura che «si insinua nei meandri della
passione, del delirio, del terrore imposto o subíto», per celebrare «il
trionfo dell'immaginazione» sulla deperibilità e sui compromessi
triviali del mondo. Oppure quando narra, ed è uno dei pregi maggiori di
quest'opera, degli amori e delle amicizie della scrittrice. Amori per
uomini impossibili, come Luchino Visconti e Bill Morrow, e amicizie
grandiose e infime, prima fra tutte quella con Pier Paolo Pasolini,
destinata a «spezzarsi nel risentimento e nella vendetta
letteraria». Elsa Morante. Una vita per la letteratura, recita il titolo
di questo libro, traducendo perfettamente il suo contenuto: il racconto
della vita di una grande scrittrice, in cui le speranze, gli inganni e
le illusioni proprie di ogni esistenza si mutano, nella trasfigurazione
letteraria, in una sorgente infinita di narrazione e fascinazione.