Il ragazzo corre nella notte d'inverno, sotto la pioggia, scalzo,
coperto di sangue non suo. Chiamiamolo L.B. e avviciniamoci a lui
attraverso gli anni e gli eventi che conducono a quella notte. A
guidarci è la voce di una giovane donna brusca, solitaria, appassionata
di letteratura, e questo romanzo è memoria e cronaca del confronto con
la scomparsa del padre, con ciò che è rimasto di un legame quasi felice
nell'infanzia felice da figlia di genitori separati, poi fatalmente
spinoso, e con la tardiva scoperta della vicenda giudiziaria che l'ha
visto protagonista. Chi era quello sconosciuto, L.B., il giovane sempre
dalla parte dei vinti, il medico operaio sempre alle prese con qualcuno
da salvare, condannato al carcere per partecipazione a banda armata? E
perché di quel tempo - anni prima della nascita dell'unica figlia - non
ha mai voluto parlare? Testimonianze, archivi e faldoni, ricordi,
rivelazioni lentamente compongono, come lastre mescolate di una lanterna
magica, il ritratto di una persona complicata e contraddittoria che ha
abitato un'epoca complicata e contraddittoria. Torino è il fondale della
lotta politica quotidiana con le sue fatiche e le sue gioie, della
rabbia, della speranza e del dolore, infine della violenza che dovrebbe
assicurare la nascita di un avvenire radioso e invece fa implodere il
sogno del mondo nuovo generando delusione e rovina. Il romanzo di un
uomo, delle sue famiglie, delle sue appartenenze, la sua vita visitata
con amore e pudore da una figlia per la quale il mondo si misura e si
costruisce attraverso la parola letta e scritta.